“ Per quanto riguarda la nomina del nuovo Presidente della Commissione Europea, è gravissimo che siano stati fatti nomi al di fuori della rosa dei candidati espressi dai partiti durante la campagna elettorale conclusasi da pochissimo. Le indicazioni delle forze politiche, infatti, sono un meccanismo di democratizzazione fondamentale della nomina di questa importante carica. Una conquista democratica rilevante che non è passata inosservata agli occhi dell’opinione pubblica. Durante questa campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento Europeo, infatti i cittadini di tutta Europa hanno assistito ai vari confronti tra i candidati dei Partiti Europei sviluppando delle valutazioni politiche sui loro orientamenti in vista di una loro possibile Presidenza della Commissione. Per questo non si possono tradire le loro aspettative a riguardo. Se così dovesse essere, i vertici delle maggiori istituzioni europee e dei governi nazionali, anteponendo ancora una volta gli interessi dei Paesi membri rispetto a quelli dell’Unione, continuerebbero ad essere percepiti come estremamente distanti dalla cittadinanza e privi di alcuna autentica legittimazione democratica. Questo è un rischio che si deve scongiurare. La fiducia nelle istituzioni europee è giunta oggi forse ai suoi minimi storici. Occorre colmare quel deficit di democrazia che in tanti percepiscono e che hanno denunciato. Non lasciare che l’indicazione dei partiti e il risultato di queste elezioni siano determinanti riguardo alla nuova nomina significherebbe dare un nuovo duro colpo alla legittimità delle istituzioni comunitarie”.